Buongiorno e, a questo punto, buona estate!

'Hai presente quando fai un respiro e poi lo devi restituire. Ecco funziona allo stesso modo con le vacanze. Funziona tutto come un respiro.
Buone vacanze e arrivederci a settembre!'


'UN PASSO AVANTI E DUE DENTRO' di Lorenzo Manfredini


Newsletter n. 28

Le considerazioni della settimana riguardano la delusione di certi momenti: 'Il sole nel cuore'; e una riflessione sull'amore: 'Addestrare il leone ad amare'.
Ad arricchire la newsletter 2 post dedicati allo sport.

POST
'Il sole nel cuore'
di Lorenzo Manfredini

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Le delusioni di certi fine settimana si affacciano con l’amico che non può venire, con l’altro che ha la fidanzata. Con l’attesa di eventi che non si materializzano, i fragili equilibri festaioli deprimono le pur buone intenzioni di sorridere alla vita.

Ma è proprio così? Basta vedere l’amico con la nuova fidanzata; un conoscente promettere mari e monti, ma non presentarsi alla festa; la compagnia che si divide, per entrare in un’atmosfera di spiacevole ritiro e rimuginio? Basta, eccome!

Basta uscire da sé per confrontarsi con l’altro che è amato ed è felice, aspettarsi la gran festa che non arriva, non accettare le circostanze, per sentirsi diversi e tristi.

Uscire da sé, avere aspettative, non accettare gli eventi sono tre trappole attraverso le quali ci si dà addosso, si fa polemica, ci si arrabbia, ci si sente in colpa. E nello stare con gli altri si avverte un peso enorme.

Contemporaneamente bastano alcuni amici che invitano a non avere aspettative, che si affidano alla fortuna per trovare la persona giusta, che invitano a non abbattersi ... per far ritornare il sole nel cuore.

Basta poco: se si vuole trovare un partner, un’amica, una compagnia, ma soprattutto se stessi, occorre essere veri e comunicare emozioni .

E per ritrovare se stessi e la propria rotta, occorre riconoscere le emozioni ed i pensieri negativi prima che essi inneschino la modalità del ‘fare’.

Serve assumere un atteggiamento di ‘non giudizio’; di pazienza, vivendo ogni esperienza senza anticiparne il tempo; di guardare ogni cosa come nuova; di avere fiducia in se stessi, nelle proprie capacità e negli altri; nel non cercare ossessivamente i risultati, ma godersi il percorso; di accettare di vivere le cose come accadono; e infine, di lasciar andare e far fluire il cambiamento, lasciar uscire i pensieri e le emozioni negative.

Serve apprendere i passi per entrare nella modalità dell’essere, riuscendo a ‘stare’ con le emozioni difficili o spiacevoli, senza far nulla per allontanarle da noi.

Sono tutte strategie utili, attraverso le quali affrontare in modo più efficace le situazioni negative che possono essere risolte. Tutto può essere risolto. Se un problema è irrisolvibile, non è un problema. Va accettato!

Per questo e altro, ho fiducia nella capacità di trovare le coordinate che conducono al ‘sole nel cuore’.

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'Addestrare il leone ad amare'
di Lorenzo Manfredini

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Da adulti, l’amore può essere percepito come un sogno senza tempo e senza età. Nei momenti di crisi, ci si sente come dei ragazzini alla ricerca di conferme da ‘ritorno al futuro’ attraverso la riesumazione retrograda di Frankenstein padre.

Quello che si avverte prepotentemente è il bisogno di uno specchio d’amore. E allora ci si specchia in ogni dove. In cosa fa o non fa l’amato, in cosa dice o pensa. E ogni nostro atto è misura o conferma della nostra ambizione d’amore. Una frustrazione infernale.

Ma può funzionare un rapporto quando la ricerca di conferme, attraverso il controllo, sfiorisce ogni tentativo di lenimento e quiete?

E’ possibile, mi chiedo, ogni giorno avvicinarsi ad una gabbia di leoni e stimolare con un bastone la reazione dei felini per verificare se nel frattempo si sono addomesticati? Non credo che usare la ‘frusta’ con leoni adulti sia molto efficace. Non è meglio utilizzare forme di avvicinamento più consone? Credo che stuzzicare l’istinto di protezione dell’altro serva solo ad alzare muri e creare distanze. Cioè niente di buono.

Quando si cerca se stessi nel movimento e nelle conferme dell’altro, prima con i genitori, poi con i figli, poi con il mondo, ma sempre fuori di sé, è normale sentirsi confusi, intuitivi, empatici, ma soprattutto agitati e controllanti.

E’ normale che l’altro parli e non ci veda. E’ normale sentirsi come una mela sciupata, presa dal cestino senza additivi. E’ normale indagare e sviscerare la ‘verità’ fino all’esaurimento. Ma è utile? Porta a qualche tipo di sollievo? Riesce a rianimare quel fragile motto d’amore che si è scoperto per se stessi?

Da lì bisogna partire. Da se stessi. Dai propri movimenti. Dal controllo dei propri pensieri frenetici e dalla pacificazione con i propri sentimenti. Stare o non stare con l’altro, non è il problema. Il problema è stare bene con se stessi, nella gestione e superamento delle proprie inquietudini interiori.

Dal BLOG di 'Psicologia e Sport​'




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