Buongiorno e buon lunedì!
La bellezza va riconosciuta: da qualche parte c'è equilibrio tra sogno e destinazione, conoscenza e realizzazione.

'UN PASSO AVANTI E DUE DENTRO' di Lorenzo Manfredini

Newsletter n. 19 - 2018

Le considerazioni della settimana riguardano la comunicazione: 'Cambiare i significati', le domande esistenziali: 'Depressi o sollevati?' e un post dedicato alla motivazione nello sport: 'Il risultato è trainante'.

Ad arricchire la newsletter il post di Giulia Gava: 'Grandi ostacoli o piccole motivazioni?' e di Valentina Faccini (Fumettista): 'I dolci'.

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'Cambiare i significati' ​​​​​​di Lorenzo Manfredini

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Una persona che in negozio inizia una conversazione sui massimi sistemi mentre il gestore è impegnato; un tizio che mangiando sembra maciullare l’ultimo pasto dell’ultima cena; il caio che entra in tabaccheria e chiede il solito perché dalle sue parti funziona così; il sempronio che pretende attenzione, ma nemmeno ti saluta o ti vede perché ubriaco, riduce la pelle della comunicazione all’osso.

In quei casi, o ci si mette una bella corazza, oppure si cambiano i significati dell’esperienza.

A parole, sembra facile parare i colpi con l’Aikido mentale: basta essere concisi e arguti, usare il buon senso e l’esperienza. A fatti, invece, e cioè controllando il proprio comportamento, molto meno. Ci si innervosisce a morte con il disturbatore, lo scortese, il maleducato, il ‘grezzo’.

Le relazioni, però, sono sempre circolari. O si impara dall’altro e si reagisce al meglio. Oppure l’altro rovescerà su di noi le sue razioni di scortesia, indifferenza, dipendenza.

Se si vuole sopravvivere a una comunicazione borderline, cosa si può fare?

Si parte da un bell’esame di coscienza. Magari il problema non riguarda i ‘disturbatori’, ma la persistenza di alcuni nostri comportamenti conformistici. Forse, non abbiamo ancora trovato il modo di divertirci nella rottura di schemi comunicativi. Oppure non riusciamo a portare in campo la nostra creatività comunicativa. O, finora, non siamo riusciti ad educare il nostro interlocutore ad un comportamento corretto.

Più creativamente e  andando al di là delle risposte automatiche che generano stress, possiamo sperimentare un nuovo significato dell’esperienza, delle idee, delle preferenze e cercare di produrre un comportamento innovativo.

Ci si rivolge al corpo, per conoscere le reali capacità della nostra ‘macchina’ comunicativa; alla percezione per ridurne i fastidi; alle emozioni, per accelerare gli stati d’animo che facilitano la vita; ai pensieri, per trovare ispirazione da una nuova forma di efficienza personale. Alla ricerca dell’armonia di ciò che funziona in modo fluido e pratico.

Insomma, non facciamo diventare le diversità altrui una forma di disabilità propria.

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'Depressi o sollevati?' ​​​di Lorenzo Manfredini

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Ci sono momenti nei quali ci sentiamo in difficoltà, depressi in senso psicologico e spirituale, e sentiamo la necessità di riconnetterci con un diverso flusso della vita.

Aspiriamo alla ricerca della nostra intima essenza, della nostra natura ed energia. Desideriamo inoltrarci nella crescita interiore, ci confrontiamo con le prove dell’eroe che attraversa le difficoltà della vita, respiriamo, sostiamo nel silenzio, ci interroghiamo.

Si comincia con domande vertiginose: ‘come posso associare il quotidiano al divino?’; ‘come posso riconnettermi all’energia primordiale?’; ‘quali sono le prove che mi attendono?’; ‘come saprò incanalare il fuoco che sento dentro?’; ‘quale sarà il segnale che avvertirò?’

Al di là delle domande che possono essere diverse per ciascuno di noi, quello che è importante, è comprendere che non è bene sostare nei propri tormenti. E’ più opportuno creare le condizioni di un ascolto profondo dove poter meditare sulle proprie domande di senso.

Agire  nei momenti di passività, è sempre utile per esplorare i nostri momenti più intimi (ad es. dicendo ‘sì’ al tempo che ci serve, scrivendo, ascoltando la musica, disegnando, ballando, amando, pregando, meditando).

In tutti i casi occorre sostare e accordarsi con domande profonde e mirate e trovare la via più adatta al proprio percorso di vita e al proprio carattere. L’obiettivo è quello di essere felici, di evolvere dalla banalità e dalla mediocrità, e trasfigurarsi in qualcosa di più grande.

Non esiste una via unica, ma il fine è unico: dare un senso alla vita e spiegare i misteri tra uomo, natura, energia.

A un certo punto le domande servono per connettere il fuoco interiore al riscaldamento della nostra vita e rendere concreti i nostri perché: alla vita, alla morte, alla presenza nel mondo.

Il termometro più corretto di questo raggiungimento è la felicità individuale e l’integrità di pensiero: essere sfiorati da un sapere che parla all’uomo.

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