Buongiorno e buon lunedì!
'Potrei, farei, costruirei ...un buon modo per realizzare qualcosa è smettere di parlare e iniziare a fare.'

'UN PASSO AVANTI E DUE DENTRO' di Lorenzo Manfredini

Newsletter n. 16 - 2018

Le considerazioni della settimana riguardano i limiti: 'Il rispetto di se stessi', il rapporto con il tempo: 'Dare valore al tempo' e un post sul 'come diventare coach'

Ad arricchire la newsletter i post di Lorenzo Savioli 'La cultura della colpa: colpa tua, colpa sua, colpa di chi? ', di Paolo Peschiera 'Riprendiamoci le nostre emozioni' e di Valentina Faccini con un post a fumetti:  'La mia felicità...'. 

POST
'Il rispetto di se stessi' ​​​​​di Lorenzo Manfredini

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Quando finisce una storia, ma non si è capito bene il perché, si rimane legati all’attesa di qualcosa che passi fisiologicamente, prima di ricominciare ad aprire nuovi capitoli della vita.

Così, come il contadino non può raccogliere patate e piantare carote nello stesso momento, ma deve aspettare i cicli naturali della terra, così una persona appena lasciata, ha bisogno di ‘pulire’ il proprio terreno di dolore. Spesso, dilatando i propri tempi di reazione.

Per ciascuno di noi, naturalmente, i tempi di reazione sono diversi. Per alcune persone le pagine del libro del dolore scorrono veloci, per altri è più la sensazione di una trappola che paralizza ogni attività e alternativa, per giorni e mesi.

A volte il blocco è un semaforo (arriva da fuori), talvolta è un freno ruota (lo creiamo da noi), talaltra è un freno motore (è interno alla nostra personalità). 
Una persona addolorata, può percepire se stessa impotente, affamata e vuota. Senza nemmeno la possibilità di arrabbiarsi per rianimarsi e reagire. E purtroppo, la rabbia si rivolge allo stallo di se stessi.

Per reagire più prontamente a situazioni paralizzanti, occorre prendere atto di alcuni copioni e orientarsi verso alcuni obiettivi.

Occorre riscrivere la storia personale delle frustrazioni, accettando che anche da soli, la vita agisce e … prosegue.

Occorre togliere il freno motore alle convinzioni negative di non essere in grado di scegliere comportamenti alternativi. Bisogna spingere i tasti giusti sapendo che non è utile subire sequestri emozionali.

Serve creare responsabilità verso se stessi e autorizzare la propria coscienza ad affermare sentimenti e posizioni personali.

E’ fondamentale incoraggiare azioni alternative ai propri momenti di amarezza e desolazione.

E’ tassativo diminuire la sensazione di sentirsi sopraffatti dai problemi e recuperare il desiderio di occuparsi della propria vita, relazioni, lavoro, studio. Quando siamo nelle sabbie mobili abbiamo bisogno di una corda per non affogare.

E’ inutile piangere perché la pioggia della vita ci ha bagnato! E’ più pratico abilitare le azioni del nostro IO, al rispetto di noi stessi.

POST
'Dare valore al tempo' ​​​di Lorenzo Manfredini

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Per dare valore al tempo abbiamo bisogno di significati e contenitori che lo rappresentino.

Il valore del tempo è dato dalla nozione mentale di uno stimolo, moltiplicato per la sua forma, movimento e significato. Ciò vuol dire che c’è valore quando il tempo viene vissuto in riferimento a qualcosa.

Così, uno studente bocciato all’esame finale, scopre il valore di un anno in relazione ai tempi dello studio.

Una madre che partorisce anticipatamente, riconosce il valore di un mese in gravidanza.

Un editore di riviste settimanali, identifica il valore di ogni settimana nell’organizzazione delle proprie scadenze.

Due innamorati in attesa di vedersi, scoprono il valore di un’ora d’amore.

Perdere un treno o un aereo fa scoprire l’importanza di 1 minuto sprecato. 

Sopravvivere a un incidente fa apprezzare il valore di un secondo.

Vincere una medaglia di latta in una gara, fa scoprire il valore del millisecondo nelle competizioni.

Ora, il tempo non sembra aspettare nessuno e ogni giorno abbiamo moltissimi contenitori di cui avvalerci per trasformarlo in configurazioni fluide e appaganti.

Quando non ci riusciamo e ci annoiamo, abbiamo bisogno di ritrovare qualcosa che ha a che fare con stimoli interni capaci di attivare la catena virtuosa di forme, movimenti e significati.

Pertanto, dobbiamo ritrovare i millisecondi nel ‘qui e ora’ del nostro vissuto, i secondi nelle decisioni che prendiamo, i minuti nell’ascolto di noi stessi, le ore nella realizzazione di azioni propositive, i mesi nell’attuazione di attività e progetti appaganti, gli anni nella concretizzazione dei nostri sogni.

Insomma, dobbiamo usare il tempo come una porta di accesso alle forme della vita, non come un sofà. 

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